Presentata lo scorso 19 ottobre, presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi la quarta edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE, il progetto per il sostegno e la promozione dei giovani artisti che unisce il MAXXI, Museo NAzionale delle Arti del XXI secolo, e Bulgari, maison emblema dell’eccellenza italiana nel mondo.
Sono Riccardo Benassi, Monia Ben Hamouda e Binta Diaw. I loro nomi sono stati annunciati durante un evento speciale presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi. Introdotto dai saluti dell’Ambasciatrice Emanuela D’Alessandro, del Segretario Generale della Fondazione MAXXI Francesco Spano, di Alessandra Tirolo, Global Communication Director di Bulgari e Matteo Morbidi, Bulgari Heritage & Philantropy Director, il Direttore Artistico del MAXXI Francesco Stocchi ha illustrato la nuova edizione del Premio.
I giurati del MAXXI bulgari Prize hanno scelto all’unanimità i tre finalisti «per la loro capacità di esprimere la diversità estetica, la sperimentazione e la produttività della giovane generazione artistica italiana attraverso un uso innovativo e poetico di diversi mezzi espressivi».
Riccardo Benassi È un artista multidisciplinare che combina elementi sonori, visivi e performativi. Nella sua ricerca il linguaggio poetico e la scrittura interagiscono con diversi media ed elementi tecnologici creando narrazioni liquide.
Monia Ben Hamouda È un’artista visiva di origine italiana e tunisina. Convinta che ogni individuo sia legato al proprio albero genealogico, si confronta con la sua eredità generazionale attraverso quello che definisce “un processo sciamanico”.
Binta Diaw È un’artista visiva senegalese-italiana. Proponendo nuove narrazioni, cerca di decostruire i processi che hanno portato alla strumentalizzazione dei corpi nella storia.
Novità di quest’anno è il MAXXI BVLGARI PRIZE for Digital Art, una menzione speciale al miglior progetto digitale assegnata a Roberto Fassone. Il suo lavoro riguarda strutture invisibili, giochi surrealisti, l’analisi dei processi creativi e delle realtà parallele. Dal 2022, in collaborazione con Sineglossa, associazione che lavora a confine tra nuove tecnologie e arte contemporanea, indaga la relazione tra intelligenza artificiale e dataset con il progetto And we thought.